Un altro risultato positivo ottenuto dal Comitato

che evidentemente preoccupa le gerarchie militari USA di Camp Darby.

L’offensiva mediatica in atto da parte dei comandi statunitensi attraverso gli organi di informazione evidenzia la preoccupazione per una intensa attività che finalmente supera la storica episodicità di intervento contro la base, con l’obiettivo di affrontare e risolvere il gravissimo problema della presenza di armi e militari statunitensi sui nostri territori.

L’ipotesi di raddoppio, per la quale non sono sufficienti le mezze smentite dei vari esponenti statunitensi, non toglie niente alla nostra battaglia originaria: smantellare e riconvertire ad usi esclusivamente civili la base esistente sul nostro territorio, sottratto da oltre 55 anni alla nostra sovranità.

Le dichiarazioni del presidente Martini sulle politiche della Regione Toscana rispetto ai territori occupati dalla base sono salutari, evidenziando con maggior chiarezza una posizione sino ad ieri ondivaga.
Il nostro comitato si è costituito per una riconversione esclusivamente civile dei territori liberati dall’esercito statunitense. Ogni ambiguità rispetto al cosiddetto “Peace Keeping” è per noi deleterio. Data la complessità dell’argomento, ci riserviamo nel prossimo futuro di chiarire il nostro punto di vista su una dottrina che, mascherata da “politica di pace”, è stata alla base dell’aggressione contro la ex Jugoslavia nel 1999.

Martedi’ 29.11.05 il comitato per lo smantellamento e la riconversione a scopi esclusivamente civili della base di camp Darby ha promosso presso la sala della provincia di Livorno l’incontro dibattito sul tema: “Camp Darby: smantellamento o raddoppio? la smilitarizzazione del territorio asse di un nuovo modello di sviluppo”

All’incontro erano presenti, oltre ai rappresentanti del Comitato, Alessandra Atturio, Vice Sindaco di Livorno, Paola Turio, Vice Sindaco di Collesalvetti, Mauro Penco, Assessore ai porti e trasporti della provincia di Livorno, Michela Ciangherotti, Assessora alle attività produttive del Comune di Pisa, Gabriele Santoni, assessore ai lavori pubblici della Provincia di Pisa. La Regione Toscana, anch’essa invitata all’incontro, non ha inviato alcun rappresentante.

La sala era gremita di cittadini, rappresentanti di realtà associative, partiti, realtà di movimento.
Dopo una relazione del saggista Manlio Dinucci sul ruolo storico ed attuale della base di camp Darby nelle strategie della cosiddetta “guerra infinita”, un altro rappresentante del comitato, Walter Lorenzi, ha descritto la genesi del comitato stesso e presentato ai rappresentanti istituzionali presenti le seguenti quattro richieste, che esponiamo in estrema sintesi:

1) Quali strumenti s’intendono adottare per un possibile monitoraggio ambientale indipendente delle attività della base? È possibile costituire un gruppo di lavoro in grado di preparare uno specifico piano di prevenzione ed evacuazione delle popolazioni in caso di incidente grave nella base di Camp Darby?

2) Il porto di Livorno è inserito nella lista degli 11 porti italiani che ricevono natanti a propulsione nucleare o trasportanti armi nucleari . In base al decreto legislativo 230 del 1995 i cittadini debbono sapere se vivono in un’area a rischio nucleare. Attraverso quali strumenti politici ed istituzionali le amministrazioni comunale e provinciale di Livorno hanno intenzione di premere sulla Prefettura perché finalmente realizzi e distribuisca alla popolazione il suddetto piano di evacuazione?
3) Chiediamo che la Regione Toscana assuma lo stesso atteggiamento di ostruzionismo all’interno del Comitato Misto Paritetico per ogni tipo d’attività inerente la base di Camp Darby, conformemente all’atteggiamento tenuto dalla Regione Sardegna
4) Proponiamo l’assunzione da parte delle amministrazioni locali dell’obiettivo della “Riconversione preventiva” della base USA di camp Darby, cioè di un atteggiamento politico e operativo che pianifichi sin da subito, e cioè prima dell’effettiva partenza delle truppe americane, le condizioni per il ripristino dell’area ad uso esclusivamente civile.
Le relazioni di vicesindaci ed assessori si sono soffermate sulla storia delle relazioni tra istituzioni locali, base di Camp Darby e problemi inerenti il transito di natanti a propulsione nucleare nel porto di Livorno, dalle quali è emerso un quadro d’insieme preoccupante, per le oggettive lacune informative delle istituzioni stesse rispetto ai contenuti ed alle attività della base e dei mezzi anfibi da guerra in circolazione lungo le nostre coste.
Unica grave lacuna della serata la mancata presenza di un rappresentante della Regione Toscana, istituzione tra tutte dotata di maggiori poteri per agire concretamente sui territori occupati dalla base USA. Nell’auspicio che questa assenza non significhi mancanza di volontà politica, ci adopereremo nei prossimi mesi per avere risposte anche da quella istanza sui punti da noi proposti all’ordine del giorno.
Nel complesso il Comitato valuta positivamente questo primo momento di incontro con le istituzioni locali, insieme alle quali vogliamo e dobbiamo confrontarci oggi e nel prossimo futuro, con l’obbiettivo di costruire politiche concrete in grado di avvicinare, così come sta avvenendo in Sardegna, il momento della fuoriuscita dai nostri territori dei militari statunitensi.
COMITATO PER LO SMANTELLAMENTO E LA RICONVERSIONE A SCOPI ESCLUSIVAMENTE CIVILI DELLA BASE DI CAMP DARBY