«Noi dobbiamo prevalere»

L’America stanzia quasi il 50% di tutte le spese militari globali
MANLIO DINUCCI

«Noi dobbiamo prevalere»
L’America stanzia quasi il 50% di tutte le spese militari globali
MANLIO DINUCCI
«Gli Stati uniti sono una nazione impegnata in quella che sarà una lunga guerra. Dobbiamo prevalere ora mentre ci prepariamo al futuro. Ciò richiede una vasta gamma di capacità militari»: su questi semplici concetti, enunciati nel Quadrennial Defense Review Report 2006, si basa il bilancio del Dipartimento della difesa per l’anno fiscale 2007 (che inizia il 1 ottobre 2006). Esso prevede una spesa di 439,3 miliardi di dollari: il 7% in più rispetto al 2006, il 48% in più rispetto al 2001. Prevede inoltre uno stanziamento di 50 miliardi quale «fondo di emergenza per la guerra globale al terrore» che, unito ad altre voci, porta la spesa totale del Dipartimento della difesa a 504,8 miliardi di dollari. Siamo già a circa la metà dell’intera spesa militare mondiale. Ma questo non è tutto. La spesa militare statunitense va infatti ben oltre il budget del Pentagono. Si aggiungono a questo, nel 2007, oltre 10 miliardi di dollari per il mantenimento e l’ammodernamento dell’arsenale nucleare (iscritti nel bilancio del Dipartimento dell’energia), più altre spese di carattere militare: circa 45 miliardi (ufficiosi) per i servizi segreti, sempre più impegnati nella «guerra globale al terrore»; 38,3 per i militari a riposo, iscritti nel bilancio del Dipartimento degli affari dei veterani; 43,5 per il Dipartimento della sicurezza della patria. Si superano così i 640 miliardi di dollari. Ma non è finita.

I 50 miliardi del «fondo di emergenza, iscritti nel bilancio del Pentagono, rappresentano solo una piccola parte della spesa complessiva per la «guerra globale al terrore». Finora solo la guerra in Iraq e Afghanistan è costata oltre 300 miliardi di dollari. Per coprire tale spesa si stanziano «fondi addizionali», che si aggiungono al budget del Dipartimento della difesa. Nell’anno fiscale 2006 vengono stanziati a tale scopo 120 miliardi. Si prevede quindi che almeno altrettanto dovrà essere stanziato sotto forma di «fondi addizionali» nel 2007. I 640 miliardi di spesa militare saliranno così ad almeno 760.

La «guerra globale al terrore» richiede però diverse altre spese, iscritte nel budget 2007 del Dipartimento di stato: tra queste oltre 5 miliardi di dollari per «l’assistenza militare all’estero» e oltre un miliardo quale finanziamento per la «ricostruzione» dell’Iraq e Afghanistan. Per la «ricostruzione dell’Iraq» il Congresso aveva già stanziato 21 miliardi di dollari, gran parte dei quali è stata però spesa non dal Dipartimento di stato ma dal Pentagono per le operazioni militari (quindi non per ricostruire ma per distruggere). Vanno poi conteggiati gli interessi passivi netti che gravano sul bilancio federale, 354 miliardi di dollari nell’anno fiscale 2007 (per un totale di 2.200 miliardi nel prossimo quinquennio), dovuti in gran parte alla crescente spesa militare. La spesa militare diretta e indiretta per il 2007 sale così a circa un terzo del bilancio federale. Per far tornare i conti sono previsti ulteriori tagli alle spese sociali, tra cui 36 miliardi in meno per il Medicare (l’assistenza sanitaria ad anziani e disabili senza copertura assicurativa) nei prossimi cinque anni.

Si potranno così spendere, nell’anno fiscale 2007, oltre 110 miliardi di dollari per i militari e 152 per le operazioni delle forze armate. Si potranno spendere oltre 84 miliardi per l’acquisto di armamenti e 73 per la ricerca e sviluppo di nuovi sistemi d’arma. Saranno sicuramente soddisfatti gli azionisti della Lockheed Martin che, solo per lo sviluppo del caccia Joint Strike Fighter (cui partecipa anche l’Italia) riceverà nel 2007 5,3 miliardi, altro acconto su un contratto da 256 miliardi di dollari. Saranno soddisfatti anche gli azionisti della Boeing che, avendo acquisito la McDonnell Douglas, riceverà nel 2007 altri 3 miliardi di dollari per l’aereo da trasporto militare C-17 e 2,5 per il caccia F/A-18E/F Hornet.

A trarne profitto – assicura il Pentagono nel presentare il budget 2007 – non sono però solo gli azionisti delle industrie militari: grazie all’impegno delle forze armate «l’Amministrazione Bush ha liberato dal 2001 circa 50 milioni di iracheni e afghani». Gliene saranno sicuramente grati. Soprattutto quelli che hanno visto illuminato il cielo di Fallujah con le splendide bombe al fosforo made in Usa.