Hub militare di Pisa «a disposizione della Nato». Fuori decine di famiglie

Manlio Dinucci

Anche la Commissione difesa della Camera, dopo quella del Senato, sta mettendo il timbro bipartisan sul programma dell’Hub aereo nazionale delle forze armate, che sarà realizzato a Pisa.

La relazione – presentata dall’«onorevole generale» Roberto Speciale (PdL, motto «Dio, Patria e Famiglia») – fornisce ulteriori dettagli su questa megastruttura, dedicata alla gestione dei flussi aerei di personale e materiale dal territorio nazionale per i teatri operativi, e viceversa. Collegata con le principali linee di viabilità (navale, ferroviaria e stradale), sarà in grado di ricevere aerei militari e civili, sia passeggeri sia cargo, di grandi e medie dimensioni. Potrà movimentare ogni giorno 600-1200 militari perfettamente equipaggiati, che disporranno di servizi analoghi a quelli degli hub civili (come il check-in), e 300-400 tonnellate di materiali, «inclusi carichi di merci pericolose».
Come abbiamo sostenuto fin dall’inizio, una struttura in grado di movimentare 36mila militari e 12mila tonnellate di materiali al mese è sovradimensionata rispetto alle esigenze delle forze armate italiane. Essa è stata progettata per essere usata anche dalle forze statunitensi, in particolare da quelle del limitrofo Camp Darby. Ciò viene confernato dalla relazione alla Camera: «La struttura, una volta realizzata, potrà essere messa a disposizione della Nato per supportare i flussi di materiale e personale in caso di crisi internazionali».
Il programma, che dovrebbe essere avviato nel 2010 e concludersi nel 2013, ha un «costo stimato» di circa 63 milioni di euro. A tale cifra si aggiungono però le spese per adeguare l’aeroporto alle esigenze dell’Hub. Occorre anzitutto «delocalizzare» 44 abitazioni da una zona limitrofa all’aeroporto, con una spesa stimata in 15 milioni di euro. In un incontro tra il ministro dei trasporti Altero Matteoli, il sindaco di Pisa Marco Filippeschi, e rappresentanti della Provincia di Pisa, Regione Toscana e Sat (la società cui è affidato il settore civile dell’aeroporto, la cui gestione complessiva è militare), è stato deciso di avviare un «tavolo tecnico per la delocalizzazione delle abitazioni in prospettiva dello sviluppo aeroportuale», cui parteciperà anche il ministero della Difesa. «E’ importante la partecipazione del ministero della Difesa all’investimento», ha detto il sindaco Filippeschi (Pd), che aveva già definito l’Hub militare «un onore per la nostra città». Non ha detto però che la maggior parte dell’«investimento» graverà sul bilancio civile dello stato e degli enti locali. E per le spese operative, una volta che l’Hub entrerà in funzione, occorreranno ben altre risorse. Il bilancio della Difesa – ha denunciato l’on. Antonio Rugghia (Pd), intervenendo in commissione – è in una «precaria situazione», tanto da mettere «a forte rischio anche lo stesso svolgimento delle missioni internazionali». Per far funzionare l’Hub a pieno ritmo, occorre quindi accrescere la spesa militare. Basterà tagliare ancora le spese per la scuola, l’università e la sanità.

(il manifesto, 29 ottobre 2010)