Di Manlio Dinucci – Il Manifesto, 23 agosto 2008
CONFLITTO NEL CAUCASO Dagli Usa aiuti a Tbilisi con le navi da guerra
E nel Mar Nero ora arriva la Sesta flotta «umanitaria»
Camp Darby, la base logistica dell’esercito Usa tra Pisa e Livorno, è stata attivata per l’invio di «forniture umanitarie» in Georgia. La base – da cui è partita gran parte degli armamenti impiegati dagli Usa nelle due
guerre contro l’Iraq e in quella contro la Jugoslavia – è infatti delegata allo stoccaggio e al mantenimento degli «aiuti umanitari» della Usaid, di cui costituisce il maggiore centro in Europa. Il trasporto di quelli diretti in Georgia è effettuato dal Fleet Logistic Support Squadron 46, che ha trasferito nell’aeroporto di Pisa personale e aerei dalla base navale diMarietta, negli Stati uniti. Ufficialmente si tratta di migliaia di coperte e kit igienici (con spazzolini, dentifrici, rasoi, pettini e saponi). E in Georgia è andato il generale Bantz J. Craddock, capo del Comando europeo degli Stati uniti (EuCom), ufficialmente (comemostra una foto) per «ispezionare i pacchi dell’aiuto umanitario» insieme al
responsabile della Usaid.
Altri «aiuti umanitari» vengono trasportati in Georgia via mare. Non però da mercantili, come sarebbe logico, ma da navi da guerra: due unità della U.S. Navy e una della Guardia costiera. L’operazione è diretta dal Comando delle forze navali Usa in Europa, il cui quartier generale è a Napoli. Da Creta è partito per la Georgia il cacciatorpediniere lanciamissili McFaul. Da Gaeta stanno partendo il guardacoste Dallas e la Mount Whitney: la più sofisticata unità navale C4I (controllo, comunicazioni, computer e intelligence) della marina statunitense, considerata la più avanzata nel mondo.
Dopo aver partecipato all’operazione Enduring Freedom in appoggio alla guerra in Afghanistan e alla guerra contro l’Iraq, la Mount Whitney è stata trasferita nel Mediterraneo e, nel 2005, è divenuta l’ammiraglia del comandante della 6° flotta. Grazie a una capacità tecnologica che «non ha eguali al mondo», la Mount Whitney può collegarsi con qualsiasi punto della terra, trasmettendo qualsiasi tipo di comunicazione in modo criptato, nonché raccogliendo «le più tempestive informazioni» sulle forze avversarie, e trasmettendole al Centro congiunto di intelligence. Questa nave, ammiraglia della 6° flotta, viene usata dal comandante della Task force congiunta, che da lì può dirigere tutte le unità ai suoi ordini; ed è ora trasferita nel Mar Nero, ufficialmente per portare coperte, kit igienici e alimenti per bambini.
Quale sia il reale scopo dell’operazione lo dice il generale Jon Miller, capo della Squadra congiunta di valutazione, composta da 102 specialisti, inviata in Georgia dal Comando europeo degli Usa. Per ora, ha dichiarato a Stars and Stripes (22 agosto), l’EuCom focalizza la sua missione sull’«aiuto umanitario», ma «è pronto a valutare lo stato delle forze armate georgiane». Più esplicito il sen. Joe Lieberman che, giunto in Georgia con una delegazione del Congresso, ha dichiarato che gli Usa devono fornire assistenza alle forze armate georgiane, dotandole delle più moderne armi antiaeree e anticarro e continuando l’addestramento delle truppe. Come documenta Stars and Stripes, «circa 70 membri della squadra di Miller erano già in Georgia ad addestrare truppe al momento in cui è iniziato il conflitto con la Russia», ossia al momento in cui le truppe di Tbilisi hanno attaccato l’Ossezia del sud. Ciò conferma quanto detto, in un’intervista a Der Spiegel, dall’ex cancelliere tedesco Gerhard Schroeder, il quale dubita che «gli Stati uniti non fossero informati sull’iniziale offensiva georgiana, dato che hanno consiglieri militari stazionati a Tbilisi».
La mossa statunitense di dislocare l’ammiraglia della Sesta flotta e altri navi da guerra nel Mar Nero, a ridosso del territorio russo, alimenta ora nuove tensioni con Mosca. Non a caso proprio nel momento più delicato, quello del ritiro delle forze russe dalla Georgia e della definizione dello status di Sud-Ossezia e Abkhazia. In compenso arriveranno in Georgia, sulle navi da guerra, gli spazzolini da denti della Usa